giovedì 22 settembre 2011

INVECE CHE IL PONTE SULLO STRETTO FINANZIAMO SCUOLA E ISTRUZIONE

di Vito Meloni, Responsabile Nazionale Scuola PRC

54 % in Calabria, 42 % nel Lazio, 36 % nel prosperoso veneto. Sono i numeri degli edifici scolastici “a rischio” secondo le stesse valutazioni del Governo, confermate dall'indagine di Cittadinanza Attiva. Numeri impressionanti che ci dicono come ogni giorno centinaia di migliaia di studenti e docenti sono costretti a frequentare ambienti scolastici che li espongono a pericoli gravi se non, come è già accaduto, addirittura a perdere la vita. Aule fatiscenti, impianti fuori norma, mancanza delle più elementari misure di sicurezza, condizioni igieniche impossibili, barriere architettoniche: sono solo alcuni dei problemi delle scuole, buoni per qualche pagina di giornale ad ogni inizio d'anno scolastico ma destinati a cadere rapidamente nel dimenticatoio, a meno che la dura realtà di qualche disastro non si incarichi di riportarli agli onori della cronaca. Situazioni che indicano in modo chiaro quali dovrebbero essere le priorità nell'uso delle risorse pubbliche.
Tutto il contrario di quello che invece sta facendo il governo. Come possono gli Enti Locali, provvedere alla manutenzione degli edifici con i bilanci ridotti al lumicino dai continui tagli delle manovre? E come si garantisce la sicurezza nelle aule se l'obiettivo della Gelmini è quello di avere aule sempre più affollate? Ad aumentare i rischi in caso di incidente non ci sono solo le “classi pollaio”, molto più diffuse di quanto la ministra non sia disposta ad ammettere, ma anche le troppe situazioni in cui non sono rispettati gli indici di affollamento, quelli, per intenderci, che definiscono quanti alunni possono stare in una determinata aula. Viene in mente la polemica di queste ore da parte di esponenti del PD nei confronti di chi ha difeso le ragioni di quanti contestano l'immenso e dannoso spreco della TAV. Strano Paese il nostro, dove si buttano dalla finestra enormi risorse per opere inutili - come la TAV, appunto, o il ponte sullo stretto – e non si fa nulla per rendere più sicuri e vivibili i luoghi deputati alla formazione dei propri cittadini! Del resto, se si spulcia negli atti parlamentari si può perfino scoprire che nel 2010, con accordo bipartisan, sono stati distribuiti finanziamenti per l'edilizia scolastica anche a scuole private, tra le quali spiccano alcuni degli istituti più costosi ed esclusivi d'Italia. E intanto nelle scuole pubbliche manca ormai anche la carta igienica! Restituire alla scuola pubblica il ruolo che le compete in una società democratica, garantire il diritto allo studio di tutti i cittadini, investendo sull'istruzione le risorse che, invece, vengono destinate alle opere inutili, alla guerra, al finanziamento incostituzionale delle scuole private. Sarebbe un programma semplice e chiaro che tutti capirebbero ma che, temo, difficilmente sarebbe fatto proprio dal rinato Ulivo. Una ragione in più per costruire una reale alternativa di sinistra a questa barbarie.

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